Passeggiata culturale fra le vie del centro storico di Lecce
Lecce, la Firenze del sud, la capitale del barocco, città d’arte, di cultura, di storia e di passione, si presenta al visitatore come una città giovane, dinamica, accogliente.
Si tratta della città più divertente d’Italia, nota per la sua movida, che vanta il record nazionale di esercizi pubblici di intrattenimento e ristorazione in rapporto al numero degli abitanti. Solo nella parte vecchia della città insistono oltre 120 locali tra bar, pub, pizzerie, osterie, trattorie e ristoranti. Un dato impressionante che si aggiunge alla presenza di decine e decine di bed and breakfast. Tutto questo sta a significare il particolare appeal che la bella Lecce esercita nei confronti del turista.
E a questo punto veniamo a ciò che rende noto il capoluogo salentino a livello internazionale.
Lecce è conosciuta anche con il nome di città chiesa. Tanti e innumerevoli infatti sono i suoi tempi cristiani, realizzati in stile barocco con la tipica pietra del posto.
Partendo da piazza Sant’Oronzo, cuore pulsante della città, si possono seguire vari itinerari a partire da quello romano-archeologico. Lecce, infatti, in epoca romana era Lupiae, la città dei lupi, perché forse a quel tempo il bosco salentino era abitato dai famelici carnivori che danno il nome alla città (Lecce è la traduzione greca della parola lupo). Lo stemma stesso della città ritrae un lupo sotto un albero di quercia.
Per l’impero romano Lecce era una città importante, un fatto testimoniato dalla ricchezza di opere architettoniche che ne arricchiscono il sistema culturale. A ridosso della piazza dedicata al santo protettore sorge un grande anfiteatro (uno dei dieci più grandi di tutto l’impero romano per dimensioni dell’arena, e fra i primi 5 per capienza di spettatori). Di questa meraviglia dell’architettura dei primi secoli della cronologia cristiana rimane visibile solo un terzo, riemerso grazie agli scavi eseguiti agli inizi del Novecento. Il resto si può solo immaginare perché resta sommerso ed è impensabile che possa venire alla luce perché su di esso poggiano interi palazzi e addirittura una chiesa barocca.
Da piazza sant’Oronzo si può raggiungere verso nord la Piazza del Duomo. Dopo aver attraversato il corso Vittorio Emanuele si arriva al trionfo del barocco nella terza piazza chiusa più grande d’Italia (dopo Piazza San Pietro a Roma e piazza San Marco a Venezia). Qui troneggia la figura svettante del campanile (il monumento più alto della provincia di Lecce con i suoi 77 metri) e la chiesa Cattedrale, famosa per la sua facciata secondaria che costituisce uno degli esempi più affascinanti di barocco leccese. La facciata principale, sobria e lineare, quasi nascosta, guarda invece il palazzo del vescovo che affianca il palazzo del vecchio seminario.
Da piazza sant’Oronzo si raggiunge anche la basilica di Santa Croce, il monumento più noto della città con la sua facciata ricca di decorazioni e simbologie misteriose. Accanto ad essa il famoso palazzo dei monaci celestini, oggi sede della Prefettura e dell’ente Provincia.
Lecce è bella anche fuori dal suo centro storico. Lungo la strada che conduce a San Pietro in Lama si può raggiungere facilmente la città preromana di Rudiae, patria di Quinto Ennio, insediamento messapico, dove sorge un altro piccolo anfiteatro.
Ma Lecce è anche una città di mare, con i suoi 20 km di costa da San Cataldo a Torre Rinalda. Lungo la strada che conduce alle marine si possono attraversare borghi rurali e strade di campagna dove sorgono impressionanti masserie fortificate di rara bellezza. San Cataldo in epoca romana era anche un importante scalo commerciale e oggi è possibile ancora ammirare i resti del molo di Adriano, il grande porto di età imperiale che faceva di Lecce un punto di snodo fondamentale nelle rotte verso il sud del Mediterraneo.
Tanto ancora ci sarebbe da dire e da vedere, nella luce della terra leccese.